Che cosa accade al corpo di un uomo di colore, a una famiglia afroamericana, dopo una vita intera di segreti, bugie e violenza? Con Il giusto peso, il suo «memoir americano», Kiese Laymon tenta di rispondere a questa domanda mettendosi a nudo – dalla violenza sessuale al primo amore, dalla sospensione dal college al lavoro come professore universitario – e ripercorrendo il lungo viaggio che si è reso necessario per affrontare i grandi nodi della sua vita: la famiglia, il peso, il sesso, il gioco d’azzardo e, infine, la scrittura. A sollevarsi da ogni pagina è lei: la madre, il «tu» a cui Laymon si rivolge e che punteggia tutto il libro. Una donna brillante e complessa, che mossa dal desiderio di equipaggiare al meglio il figlio per sopravvivere in un mondo che sembra non avere spazio per lui, travalica spesso il confine che separa l’amore dalla violenza. Nel tentativo di disciplinare il corpo, le scelte, e soprattutto il linguaggio del ragazzo, non fa che produrre una lunga catena di falsità e dipendenze. Con una narrazione intima e profondamente onesta, Il giusto peso mette in luce i fallimenti individuali e quelli di una nazione intera, sempre più divisa.