Sul finire del 1800 ad Acaya, piccolo centro pochi chilometri a sud di Lecce, vive la giovanissima Agnese; poca distanza dal capoluogo e dalla sua realtà socio-culturale evoluta ma lontanissimo grazie alla cruda realtà dei centri agricoli dove si fatica a mettere in tavola un pasto decente ogni giorno. Un luogo questo dove religione e magia sono un tutt'uno e il fenomeno del Tarantismo Salentino imperversa. Agnese è una giovinetta alle soglie dei diciotto anni con il peso di appartenere ad una famiglia la cui discendenza femminile è segnata dal marchio indelebile dell'incontro con il Ragno. Gli effetti nefasti si manifestano anche a distanza di anni nelle femmine della stessa famiglia e sono proprio questi insieme alle restanti difficoltà della dura vita rurale a scatenare una serie di tragici eventi che sconvolgeranno la giovane vita di Agnese in un penoso peregrinare tra i manicomi più efficienti del Sud. La vicenda della giovane si incrocerà inaspettatamente con un'altra iniziata nel 1934 nella città del Barocco alla vigilia della storica visita del Duce; l'evento rischia di essere annullato per l'improvviso materializzarsi di un serio pericolo per l'incolumità del Capo del Fascismo.