Il Balûchistân si trova in una posizione centrale, al crocevia delle due "assi" est-ovest e nord-sud di tre macro-regioni: l'Asia, l'Africa e il bacino Mediterraneo. E' infatti, al tempo stesso, (a) cerniera fra il sub-continente indiano, l'Asia Centrale e le steppe euroasiatiche, e il plateau iranico; (b) cerniera fra le regioni che affacciano - o gravitano - sull'Oceano Indiano e le sue due "vie liquide" occidentali, ossia il Golfo Persico e il Mar Rosso. Da qui il suo ruolo ancora oggi di vitale importanza da un punto di vista geostrategico e geoeconomico. In questo volume l'Autore ha voluto analizzare un periodo particolare della storia di questa regione, soffermandosi sugli anni che intercorsero fra la fine del XIX secolo e il 1947; egli ha rivisitato quel periodo di forti tensioni che ha scandito il cosidetto "Great Game", che vide le due grandi potenze dell'epoca, Russia e Inghilterra, confrontarsi e sfidarsi per il controllo della complessa regione centroasiatica, e quel non meno complesso periodo a cavallo della seconda guerra mondiale, che vide definitivamente capovolte la tradizionale "balance of power" del passato. Su questo sfondo, il khanato di Kalât acquista nuova rilevanza grazie all'operato dell'ultimo sovrano Mîr Ahmad Yâr Khân, salito al trono nel 1933. Dopo gli scialbi protagonisti di questo potentato locale, Mîr Ahmad Yâr Khân cercò di restaurare l'autorità della figura del khân, gravemente indebolita durante il regno dei suoi predecessori, attraverso il rafforzamento della propria autorità - e dei poteri da questa derivanti - nei confronti dei funzionari britannici in loco e della "feudalità" balucia; quest'ultima aveva ormai conquistato una quasi totale autonomia, pur continuando a dipendere de jure dal khân. Lo studio di una ricca documentazione ancora inedita negli Archivi di Londra e di Quetta gli ha consentito di rivedere e mettere a fuoco talune "versioni ufficiali" tradizionali, accreditate da larga parte della letteratura sia "occidentale" che "orientale". Ci si riferisce in particolare alla politica inglese nei confronti di questa "regione marginale di frontiera", alla conoscenza - attraverso un'analisi di dettaglio - dei meccanismi secondo cui operano i poteri locali, e alla inter-azione di queste forze a livello sia locale che globale. Di proposito, pertanto, questo studio ha voluto focalizzare la propria analisi su un periodo cruciale, di drastici e violenti sovvertimenti non solo ideologici, sociali ed economici, bensì un vero e proprio capovolgimento di forze in gioco. In questo contesto globale si è cercato di evidenziare: il ruolo centrale che si è trovato a giocare il Balûchistân e, con questo, la vischiosità dei rapporti di potere locali; la politica inglese nei confronti di questi poteri e la diversa percezione che se ne ebbe rispettivamente a Londra, a Calcutta e a Quetta; l'evolversi della politica inglese con l'evolversi della situazione internazionale e, di contro, i continui piccoli intrighi, le astuzie e le ambiguità dei capi tribali, interessati esclusivamente al proprio contingente tornaconto e al potere personale. Nel complesso, da questa analisi e da questa prospettiva escono profondamente rivedute la figura e la politica di Robert Sandeman e dei funzionari che - dopo di lui - si succedettero alla carica di Agent to the Governor-General in Balûchistân. (dall'introduzione dell'Autrice)
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