Verso la fine di quella mattinata interminabile, in un momento di pausa, anziché andarsene a mangiare, il commissario Dallari pensò di fare due passi. E fece bene, perché quella volta il morto c’era davvero. Modena, 30 gennaio 1930 – Dalle finestre del commissariato, Eleuterio Dallari scruta il cielo con trepidazione: è un cielo che promette neve, proprio come piace a lui. Eppure, mentre una coltre candida ammanta una città sempre più silenziosa, uno strano caso giunge a turbare la vigilia della festa del partono. Un caso che insegue il commissario Dallari fin dentro alle mura domestiche, e che non lo abbandonerà fino a quando tutti gli attori di un’intricata vicenda non avranno gettato la maschera: chi ha sottratto la venerata immagine della Madonna del Murazzo? Chi si è introdotto nello studio dell’avvocato Bisighini? A chi appartiene quel corpo, rinvenuto fortunosamente sotto la neve? Sullo sfondo, la roboante macchina del regime fascista si appresta laboriosamente ad accogliere in città il segretario del partito Turati. Tutto deve essere perfetto. O almeno, apparire perfetto.