Il Federico del titolo è un nome scovato per caso in internet: uno studente di filosofia che, in crisi per l’esame sull’estetica di Hegel, chiede aiuto a qualcuno che abbia “schematizzato i capitoli o ha degli appunti o delle dritte di qualsiasi tipo [...] Gliene sarò grato per il resto dei miei giorni”. Il libro, spiega subito Fazìa, non è una risposta a questa richiesta d’aiuto, l’idea era già nata e il materiale già pronto, ma, continua, “nella sua estensione problematica, fingendo di rispondere adesso a Federico, [il libro] prende su di sé il problema complicato della scientificità della filosofia, della sua sperimentalità o meno, della sua relatività nella più varia economia del sapere e intanto in quello dell’arte”. Lo stile del volume parla il linguaggio dei giovani, abituati a cercare in internet le risposte ai loro dubbi, a digitare un nome sul motore di ricerca google sperando che ne esca l’informazione o la spiegazione che illumina il cammino verso il sapere. Fazìa, senza fare sconti sulla complessità della questione, accompagna dunque i lettori in un ideale viaggio dentro una rete di pagine, un’opera multimediale fatta di carta. Un’idea rivoluzionaria, dunque, e non dimentichiamo che l’autore non è certo uno che segue la corrente quando si tratta di filosofeggiare, per cui anche per quanto riguarda i contenuti chi ama l’argomento troverà parecchio su cui riflettere.