Una raccolta di racconti nichilisti, noir, perversi, deformi come il “Maestro delle soffianti” di città al biossido, con personaggi quasi nudi, lucidi, dannatamente poetici, perché riportano fatti e metafore bio-tecnologiche in relazione con le intime esperienze sporcate dal loro stesso tentativo di depurarsi. Entità che porgono, ai nostri palati, vetrosi pezzi di storie semplici, tabelline che conteggiano osso dopo osso, neo dopo neo, piccola rasatura sanguinante di coscienze: cestello mentale di un’incredibile e minuta opera di calcolo poliziesco in una narrazione pura e cruda. Niente è più perversamente moderno di una voce narrante che spia e a mo’ di voyeur scandisce freddamente lo spurgo della propria vendetta, omicidio del proprio violentatore, donne ridotte a schiave-galline, turisti che amano fotografarsi davanti alle nubi tossiche, cenerentole di strada, impossibili cacciatori, si alternano tra alambicchi di un laboratorio di analisi dove la malattia è rappresentazione teatrale con ipotetici scarafaggi che sino alla fine non troveranno collocamento tra la realtà e la mente fantasiosa dell’autore... Il racconto “Il maestro delle Soffianti” ha vinto l’edizione 2006 Profondo Giallo Mondadori.