Nel mal Paese si muore, in un carcere, con otto costole rotte e due buchi in testa, ufficialmente per un infarto oppure picchiati dopo un fermo di polizia: si muore perché chi è stato affidato allo Stato puo’ anche morire per mano dello Stato, come Federico, Marcello, Stefano e la lista, purtroppo, non si ferma qui. Nel mal Paese si muore perché lo Stato non ti mette in condizioni di vivere dignitosamente e ti cerca soltanto tramite Equitalia oppure l’Agenzia delle Entrate. Si muore perché l’abbandono dello Stato porta alcuni cittadini a vedere nella morte l’ultima speranza. Nel mal Paese si muore in una fabbrica dove si lavorava per tre euro l’ora. Si muore perché non esistono piu’ i diritti per i lavoratori ed i governi, invece che diffondere i diritti a tutti, preferiscono toglierli anche a chi ha ancora la fortuna di avere qualcuno. Nel mal Paese si vede ancora lo straniero come il nemico, l’italiano medio non è razzista ma… c’è sempre un “ma”. Alcuni partiti fanno la guerra all’immigrazione ma non dicono che gli immigrati lavorano, producono e sono indispensabili per il futuro di questo Paese. Nel mal Paese c’è ancora un fortissimo pregiudizio nei confronti di chi ama una persona del suo stesso sesso. Tante ragazze e ragazzi hanno deciso di togliersi la vita perché la nostra società, quando sei “diverso” (bisognerebbe capire da chi) ti tratta come un appestato. Nel mal Paese esistono le mafie piu’ potenti del mondo…
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