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“Un motivato invito a rileggere il Medioevo senza stereotipi” Raimondo Cubeddu, docente dell’Università di Pisa “Un’aperta apologia liberale del Medioevo, un’epoca ancora immune dai veleni dello Stato moderno” Carlo Lottieri, docente dell’Università di Verona La storiografia contemporanea ha dimostrato l’infondatezza della tradizionale raffigurazione del Medioevo come parentesi oscura e stagnante tra l’antichità classica e il Rinascimento. Quella medievale fu una delle società più ricche di inventiva che la storia abbia mai conosciuto. Basti pensare alla rivoluzione nei metodi di coltivazione,…mehr

Produktbeschreibung
“Un motivato invito a rileggere il Medioevo senza stereotipi” Raimondo Cubeddu, docente dell’Università di Pisa “Un’aperta apologia liberale del Medioevo, un’epoca ancora immune dai veleni dello Stato moderno” Carlo Lottieri, docente dell’Università di Verona La storiografia contemporanea ha dimostrato l’infondatezza della tradizionale raffigurazione del Medioevo come parentesi oscura e stagnante tra l’antichità classica e il Rinascimento. Quella medievale fu una delle società più ricche di inventiva che la storia abbia mai conosciuto. Basti pensare alla rivoluzione nei metodi di coltivazione, i mulini, la stampa, la polvere da sparo, gli occhiali, l’orologio meccanico, la bussola, i vetri alle finestre, il sapone, le università e mille altre cose. La ragione principale di questo dinamismo, che permise alla società europea di superare il resto del mondo, è l’assenza di quell’ingombrante e soffocante istituzione moderna chiamata Stato. L’universo politico dell’epoca di mezzo era infatti largamente decentralizzato, fondato su magistrature affidate ai cittadini più influenti, su forze armate costituite riunendo le forze sociali quando la situazione lo imponeva, su mezzi finanziari raccolti in caso di bisogno presso i maggiorenti della società.