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A voi, miei commilitoni del fortissimo undicesimo bersaglieri, dedico queste cronache di guerra. Sono mie e vostre. C’è in queste pagine che ho scritto spesso alla vostra presenza, la mia e la vostra vita: la vita monotona ed emozionante, semplice ed intensa che abbiamo insieme trascorso nelle indimenticabili giornate della trincea. Io mi auguro di poter tornare presto nelle vostre file, nel nostro reggimento, comunque serbo di voi tutti il più profondo ricordo. Ché voi mi avete offerto una consolante certezza laddove non esisteva che una speranza e un atto di fede: sulle aspre cime delle Alpi…mehr

Produktbeschreibung
A voi, miei commilitoni del fortissimo undicesimo bersaglieri, dedico queste cronache di guerra. Sono mie e vostre. C’è in queste pagine che ho scritto spesso alla vostra presenza, la mia e la vostra vita: la vita monotona ed emozionante, semplice ed intensa che abbiamo insieme trascorso nelle indimenticabili giornate della trincea. Io mi auguro di poter tornare presto nelle vostre file, nel nostro reggimento, comunque serbo di voi tutti il più profondo ricordo. Ché voi mi avete offerto una consolante certezza laddove non esisteva che una speranza e un atto di fede: sulle aspre cime delle Alpi contese, nella dura e pur tanto eroica guerra d’assedio, avete dimostrato che la vecchia stirpe italiana non è esaurita, ma reca nel suo grembo i tesori di una giovinezza perenne. Se la guerra mi ha ancor più decisamente convinto della necessità della guerra, la condotta dei soldati d’Italia mi ha radicato nell’animo la convinzione non meno profonda della nostra vittoria. Io pubblico il mio diario perché questa convinzione diventi una specie di vangelo collettivo degli italiani; scrivo anche perché gli italiani che non combattono sappiano che il loro debito di riconoscenza verso i soldati è grande. Semplicemente!