"Il mio grido" ripropone in Italia una serie di scritti ormai irreperibili sul mercato italiano, tra i quali appunto il discorso che dà il titolo a questa antologia e che Solženicyn tenne in occasione del conferimento del premio Nobel per la letteratura, nel 1974. I temi che affiorano dai vari brani scelti per "Il mio grido", (tra i quali "Vivere senza menzogna", "Non aspirate a una vita facile" e "Un mondo in frantumi") sono quelli che hanno caratterizzato l’impegno civile e filosofico dello scrittore durante tutta la sua esistenza: la forza “malvagia” e spersonalizzante dei totalitarismi, l’uniformizzazione dell’uomo “richiesta” dalla modernità, la catastrofe incombente di una nuova guerra totale, il pericolo di nuovi fanatismi. All’umanesimo ateo Solženicyn contrappone sempre però la speranza della rinascita, di un risorgimento umano segnato dalla contemplazione di Dio e dall’accettazione di ognuno della propria responsabilità umana. Lo stile che caratterizza questi brani scelti è quello incisivo, quasi documentaristico, ma anche appassionato e incalzante, che segna tutta la produzione non-fiction del grande scrittore russo.