Antiche vicende che hanno come sfondo la suggestiva e antica cittadina di Niscemi.
Grandi amori e immani tragedie nelle vite dei protagonisti, e c’è anche un misterioso segreto da decifrare. La dolce e innamorata Angelica, l’affascinante marchesa, Concetta. Piccoli grandi eroi nelle loro vicende umane.
Infine il ricordo di un giovane sventurato che il primo novembre del 1922 trova la morte senza avere colpe. Un delitto efferato che ha dimenticato i colpevoli e anche la vittima.
Ma “la verità, invece, non muore mai e, prima o poi, trionfa... per tutte le vittime dell’indifferenza”.
Giuseppe Salvatore Spinello Benintende è nato a Catania il 14 luglio 1971. È laureato in economia e commercio e in giurisprudenza. La sua vera passione, fin da giovanissimo, sono sempre stati la storia e il collezionismo di documenti antichi riguardanti il paese dove è cresciuto, Niscemi, in provincia di Caltanissetta.
È grazie a questi preziosi documenti che ha avuto modo di conoscere le storie che poi ha trasfuso nei suoi romanzi.
È funzionario dell’Agenzia delle Entrate. Oggi lavora a Ragusa ma per quasi 15 anni ha lavorato a Bergamo, città che ha sempre amato e che gli è rimasta nel cuore per la sua bellezza e soprattutto perché è stata per lui fondamentale per la sua crescita umana, culturale e professionale.
Svolge attività sindacale che lo vede spesso impegnato in estenuanti battaglie a tutela dei diritti dei lavoratori. Il suo “non è giusto” lo spinge ad affrontare nuovi conflitti al fianco di lavoratori che ogni giorno hanno meno tutele rispetto al sempre maggiore potere di chi “comanda”. Un gap non solo economico ma soprattutto di diritti. È una battaglia sempre più difficile ma altrettanto altamente motivante.
E le nuove sfide lo hanno portato alla scrittura di romanzi.
Grandi amori e immani tragedie nelle vite dei protagonisti, e c’è anche un misterioso segreto da decifrare. La dolce e innamorata Angelica, l’affascinante marchesa, Concetta. Piccoli grandi eroi nelle loro vicende umane.
Infine il ricordo di un giovane sventurato che il primo novembre del 1922 trova la morte senza avere colpe. Un delitto efferato che ha dimenticato i colpevoli e anche la vittima.
Ma “la verità, invece, non muore mai e, prima o poi, trionfa... per tutte le vittime dell’indifferenza”.
Giuseppe Salvatore Spinello Benintende è nato a Catania il 14 luglio 1971. È laureato in economia e commercio e in giurisprudenza. La sua vera passione, fin da giovanissimo, sono sempre stati la storia e il collezionismo di documenti antichi riguardanti il paese dove è cresciuto, Niscemi, in provincia di Caltanissetta.
È grazie a questi preziosi documenti che ha avuto modo di conoscere le storie che poi ha trasfuso nei suoi romanzi.
È funzionario dell’Agenzia delle Entrate. Oggi lavora a Ragusa ma per quasi 15 anni ha lavorato a Bergamo, città che ha sempre amato e che gli è rimasta nel cuore per la sua bellezza e soprattutto perché è stata per lui fondamentale per la sua crescita umana, culturale e professionale.
Svolge attività sindacale che lo vede spesso impegnato in estenuanti battaglie a tutela dei diritti dei lavoratori. Il suo “non è giusto” lo spinge ad affrontare nuovi conflitti al fianco di lavoratori che ogni giorno hanno meno tutele rispetto al sempre maggiore potere di chi “comanda”. Un gap non solo economico ma soprattutto di diritti. È una battaglia sempre più difficile ma altrettanto altamente motivante.
E le nuove sfide lo hanno portato alla scrittura di romanzi.