Dall'ultimo piano di una residenza nobiliare, circondata da un giardino segreto, si sprigionano delicate, le note magiche del pianoforte di Ippolito. Ipersensibile, sofferente, è un'artista pensono, tormentato; incantato dallo spettacolo della natura. "Mi sembra di cavalcare tra le righe del pentagramma", pensa il giovane divagando e nel verde, con la sua fantasia, trova rifugio dall'autorità opprimente del Conte Dueste che lo tiene imprigionato. La musica culla l'anima, la campagna tiburtina si accende di meraviglia e la Fontana dell'Organo, i dipinti, i miti, si animano sullo sfondo di una Tivoli risorgimentale. Il giovane Ippolito ha il coraggio di essere se stesso e amare, contro ogni regola, la dolce Ludovica e la musica.