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"Il mistero di Cinecittà" è un romanzo poliziesco del 1940 dello scrittore italiano Augusto De Angelis, tredicesimo della serie dedicata alle indagini del commissario De Vincenzi della squadra mobile di Milano.
Il mondo rutilante di Cinecittà, dove tutto era sfarzo, ostentazione, ma anche finzione e menzogna. Dove le riunioni si tenevano in vasti saloni di lussuosi hotel, con ampie vetrate attraverso cui (erano ormai le dodici) il sole di dicembre, il cristallino sole invernale che a Roma ancora riscalda, entra dalle vetrate spandendosi per la sala per illuminare l'intero cast di attori,…mehr

Produktbeschreibung
"Il mistero di Cinecittà" è un romanzo poliziesco del 1940 dello scrittore italiano Augusto De Angelis, tredicesimo della serie dedicata alle indagini del commissario De Vincenzi della squadra mobile di Milano.

Il mondo rutilante di Cinecittà, dove tutto era sfarzo, ostentazione, ma anche finzione e menzogna. Dove le riunioni si tenevano in vasti saloni di lussuosi hotel, con ampie vetrate attraverso cui (erano ormai le dodici) il sole di dicembre, il cristallino sole invernale che a Roma ancora riscalda, entra dalle vetrate spandendosi per la sala per illuminare l'intero cast di attori, regista, aiuto  regista e segretaria di produzione, riuniti per ascoltare dal regista la trama ed il senso del film.
Regista tirannico e molto puntiglioso, tanto da dare agli attori foglietti con le precise disposizioni su come comporarsi in ogni scena, quale espressioni, quali mosse...
Ad esempio, a Nicholson, che doveva fare la parte di un avvelenato davanti alla macchina da presa, scrisse: "Voglio che davanti all'obbiettivo voi moriate veramente! Non è più il tempo delle pantomime e delle smorfie... Il pubblico non si lascia ingannare! Verità ci vuole! Verità! Morire veramente!" e la scena riesce così bene che tutti si alzano ad applaudire. Tutti tranne Nicholson, che giace cadavere per terra, morto sul serio e non per scena.

Augusto De Angelis (Roma 1888 – Bellagio 1944) è stato uno scrittore e giornalista italiano. Scrisse poco meno di una ventina di romanzi polizieschi, nella maggior parte dei quali è protagonista il commissario De Vincenzi, capo della squadra mobile di Milano, un personaggio arguto ma molto umano, creando una sorta di Maigret italiano ante litteram.
Nonostante il buon successo dei suoi romanzi, tuttavia, De Angelis non poté goderne a lungo: la censura del regime fascista infatti impose il sequestro del romanzi noir nonché la chiusura dei gialli Mondadori, perché, per motivi propagandistici e di ordine pubblico, tendeva a far scomparire il crimine dalle cronache e dalla letteratura. Fu arrestato con l'accusa di antifascismo ed uscito di prigione nel 1944 ebbe la sfortuna d'incontrarsi con un "repubblichino" che lo aggredì con pugni e calci, tanto da causarne la morte.