Marco Ruvelli, facoltoso uomo di 38 anni, reduce da un’esperienza molto dolorosa si è ritirato da Milano in una baita in montagna, lasciandosi alle spalle tutta la sua precedente vita. L’unico legame che ha mantenuto è con la madre attraverso sporadiche telefonate. La baita nella quale ha scelto di vivere è tra i boschi a 7 chilometri da un paese che si chiama Grotese. Marco pur avendo scelto una vita ritirata, sente con rammarico la diffidenza degli abitanti ogni volta che scende al paese, almeno fino a quando, nel negozio di generi alimentari in cui si rifornisce, non incontra la figlia dei proprietari, Eleonora Goller. Tra i due nasce una simpatia immediata, tanto che decidono di rivedersi. Eleonora, laureata in Geologia, si trova a Grotese per preparare un master sulla storia del torrente del paese. In particolare sta studiando il percorso del torrente che nel suo corso affianca la baita di Marco e a valle s’ingrotta improvvisamente nella montagna. Durante le visite in paese Marco viene a conoscenza di una particolarità abbastanza curiosa di quel luogo. A Grotese esistono solamente due cognomi, Goller e Toviani. Le frequentazioni con Eleonora s’intensificano e un giorno la accompagna dove il torrente s’ingrotta. Trovano questo sito sbarrato, e tornando a valle decidono di fare un bagno in una polla di acqua limpida. Il particolare scenario naturale contribuisce ad amplificare l’empatia tra i due, così Eleonora racconta all’amico le vicissitudini del precedente proprietario della baita, Jean Junot.