"Il viaggio di Ulisse descritto nell'Odissea è in realtà un viaggio immobile". L'autore ci svela la sua intuizione ricordando la particolare struttura del poema omerico dell'Odissea in cui è certamente descritto il viaggio dell'eroe omerico, ma in soli quattro canti su un totale di ventiquattro. La narrazione del viaggio è affidata poi alla voce dello stesso Ulisse, il quale racconta le proprie peripezie al re dei Feaci. Tutto il resto della vicenda si svolge soprattutto nel territorio del regno dei Feaci e presso la città di Itaca. Adriano Scarmozzino effettua un'analisi accurata dei versi del poema e rivela la similitudine esistente tra le descrizioni del regno dei Feaci (privato del suo alone mitico) e la terra di Itaca: le indagini sembrano riportare ad una stessa località che ispirò la composizione poetica, probabilmente coincidente proprio con il territorio di Locri Epizefiri, la patria della poetessa Nosside. Partendo da precedenti ricerche di illustri studiosi come Samuel Butler (il primo a formulare l'ipotesi che l'Odissea sia stata scritta da una donna) e i fratelli Armin e Hans Helmut Wolf (i quali hanno teorizzato una corrispondenza tra la terra dei Feaci e una porzione di territorio dell'antica Calabria), viene ipotizzata la possibile identificazione tra la figura di Nausicaa con la poetessa Nosside, ribadendo le possibili analogie tra la terra dei Feaci e il territorio della Calabria, più precisamente focalizzato nella zona della Locride. Lo studio estende il parallelismo analizzato tra la reggia dei Feaci e la reggia di Penelope e Ulisse a Itaca anche alle descrizioni della casa di Nestore e la reggia di Menelao contenute nel poema. Dai risultati complessivi, l'autore cerca di far emergere una teoria che vede nella cosiddetta Casa dei Leoni di Locri Epizefiri il possibile e principale luogo di ispirazione preso a riferimento dalla poetessa per molte descrizioni contenute nel poema. inoltre, attraverso i contenuti del secondo libro, vengono messe in luce le attività femminili descritte all’interno del poema per essere associate a quelle che si svolgevano nella stessa Casa dei Leoni di Locri Epizefiri, dagli archeologi identificata come la possibile residenza della tìaso della poetessa Locrese, il luogo cioè in cui la poetessa e le giovani allieve locresi si riunivano per lo svolgimento delle loro attività quotidiane, culturali e religiose. Grazie alla frequentazione della Casa dei Leoni, in cui trascorreva la maggior parte del suo tempo, la poetessa Nosside avrebbe quindi elaborato una versione più recente del tradizionale poema omerico del viaggio di Ulisse, trovando continuamente ispirazione nelle caratteristiche territoriali e urbanistiche della propria città. Riletta alla luce della nuova ricerca, l'Odissea italica si presenterebbe quindi come un viaggio “immobile” in cui gli spazi vissuti dalla poetessa si presentano come i principali punti di riferimento del poema.