Scientific Study from the year 2015 in the subject Literature - Comparative Literature, University of Chieti-Pescara (Dipartimento di studi medioevali e Moderni), language: Italian, abstract: Si può discutere, con qualche pretesa di semplicità, delle premesse di un paradigma di diversità nel campo letterario ottocentesco? La risposta non è facile, perché a tale desiderio si oppongono numerose difficoltà di tipo ideologico (la diversità intesa come valore vs. l'approccio perfezionistico, che rifiuta la diversità) e soprattutto pratico: bisogna infatti chiedersi che senso abbia parlare di diversità quando la chiostra dei personaggi è comunque costruita, nel racconto moderno, attraverso un tessuto di contrapposizioni bene/male. La diversità, in questo contesto, è rappresentata dalla deformità: e tuttavia, non una deformità qualsiasi, non una differenza che sia quasi invisibile all'occhio umano o una modificazione di tipo psicologico che renda mostruoso il comportamento di chi la possiede. Qualcuno ha detto che la ragione genera mostri, ma quale peggior mostro di chi la rifiuta o di chi si pone, verso di essa, con un atteggiamento di finta compassione (laddove per tale si intende anche una compassione tradotta a livello squisitamente politico)? Si è dunque deciso, in questa sede, di tentare un primo approccio alla problematica, attraverso una comparazione diacronica tra un numero limitato di elementi, che tenga conto di un duplice approccio cronotopico. Da un lato, il modello della diversità così come è rappresentato in un autore collaterale della letteratura italiana dell'Ottocento (Salgari); dall'altro, un solo ma robusto esempio tratto dalla memorialistica inglese all'inizio del secolo XX.
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