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E‟ un nuovo viaggio, quello che mi appresto a fare, un viaggio a ritroso nel tempo. Sfogliando le pagine della grande storia della emigrazione italiana, cui tante cose restano ancora da scoprire, mi ritrovo immerso in questa storia che accadde tanti anni fa.Correva l‟anno 1927, era il mese di ottobre e come tante altre volte, un grande piroscafo italiano, a cui era stato dato il nome della secondogenita figlia dei sovrani d‟Italia del tempo, il Principessa Mafalda, stava per affrontare l‟ennesimo viaggio verso il Sudamerica.Su quella nave si imbarcarono i sogni di migliaia di italiani e non,…mehr

Produktbeschreibung
E‟ un nuovo viaggio, quello che mi appresto a fare, un viaggio a ritroso nel tempo. Sfogliando le pagine della grande storia della emigrazione italiana, cui tante cose restano ancora da scoprire, mi ritrovo immerso in questa storia che accadde tanti anni fa.Correva l‟anno 1927, era il mese di ottobre e come tante altre volte, un grande piroscafo italiano, a cui era stato dato il nome della secondogenita figlia dei sovrani d‟Italia del tempo, il Principessa Mafalda, stava per affrontare l‟ennesimo viaggio verso il Sudamerica.Su quella nave si imbarcarono i sogni di migliaia di italiani e non, che emigravano nella lontana terra del Sudamerica, per cercare una vita migliore.Accadde quel che accade e, questo libro ve lo racconta.Un omaggio ed un ricordo ai tanti nostri connazionali che in quegli anni di povertà, di fame, di tristezza, furono costretti per causa di forza maggiore a lasciare quanto di più caro avevano: la famiglia, il paese, gli amici, i luoghi del cuore.Un lungo viaggio fra mare e cielo, un distacco triste, volti mesti e sorrisi spariti, da quelle facce che solo si offrivano a lacrime dure.E‟una pagina triste della nostra storia, come tante altre certamente, quella che viene fuori da questo libro; una pagina che lasciò un segno profondo grande epopea della nostra vita di migranti.Raccontare le storie di vita di questa gente, significa raccontare pagine che qualcuno ha letto e commentato, altri hanno solo posto pollice e indice per scorrere veloce il libro, dando un rapido sguardo. Altri ancora hanno erroneamente ignorato.E‟ un rispetto che dobbiamo, a questa gente che ha lasciato la propria terra, la nostra terra, per far si che potesse crescere meglio l‟Italia anche con le rimesse che spedivano mese dopo mese alle proprie famiglie rimaste qui.C‟è stata gente che ha voluto andarsene, che ha voluto dimenticare l‟Italia, in una sorta di ribrezzo verso quello stato di cose vissute, ma la grande maggioranza, non ha voluto emigrare: ha dovuto!Non ha scelto, per loro hanno scelto.Ed è a questa gente che noi pensiamo,alla loro fatica, al loro sudore, ai loro volti tristi che non hanno più potuto festeggiare un Natale nel proprio paese, una Pasqua, una qualsiasi festa vissuta nell‟ambiente familiare che ravviva i cuori .La nave, una nave, come simbolo vero dell‟emigrante, come cosa che facilmente si associa ad un baule, qualche valigia, il vestito nuovo da indossare sul ponte nella traversata.....