Riconoscere la priorità del bene comune vuol dire subordinare ad esso ogni interesse del singolo, quando col bene comune sia in contrasto. Su questa visione si imperniò il grande (e ancora irrealizzato) progetto della Costituzione del 1948 per un’Italia giusta, libera e democratica. Quel progetto si esprime al meglio nell’art. 9 della Costituzione, secondo cui «La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione». Il paesaggio è lo specchio più fedele della società che lo produce, che se ne alimenta, che può trarne forza, ma può anche distruggerlo, annientando se stessa in uno spasimo suicida. Perciò il paesaggio è un banco di prova.