Il paradigma di Vico è quello dei 'Corsi e Ricorsi', quello che per certi aspetti sembra riprodursi nella nuova pandemia da Coronavirus Covid-19) che si è presentata dapprima nell'Italia del Nord , poi nel resto dell'Europa, infine in altre parti del mondo. Il protagonista del romanzo - Max - viene sorpreso dai primi segni di tale evento durante una sosta nel villaggio di Bellavista, dove incontra la giovane Bea (Beatrice), di ritorno in quel di Milano da un convegno a Roma sulle Energie rinnovabili.Da quel momento la progressione degli eventi per Max è incalzante. Soprattutto si trova impegnato, in collaborazione con una vivace azienda che ha sede in Valle Seriana (BG), nello sviluppo di un prototipo di filtro per la purificazione dell'acqua potabile. Italo, titolare dell'azienda, e sua figlia Lucia (una giovane biologa) credono molto nel progetto, che anche per loro rappresenta un atout iportante.Il Covid dilaga. Max tiene duro sul progetto con Italo e Lucia; ma non rinuncia a certi suoi rapporti con Pietro e Umberto, due ex colleghi, "grilli parlanti" che sanno tutto... o quasi sulle pandemie del passato. Nel corso dei contatti con tutti loro Max ha molte occasioni di tornare a Bergamo, su in Città Alta, dove riemergono nitidi ricordi di quando - bambino, poi adolescente - andava a passare l'estate dai nonni paterni. Un giorno si fa viva al telefono Bea, che da Bellavista è venuta a Milano, presso una parente, per informarsi sul piano di studi della facoltà (Scienze Biologiche) a cui ha intenzione di iscriversi (Covid permettendo!). Durante i mesi della pandemia Max cerca dii detreggiarsi fra tutti quei contatti, cercando nel contempo di trovare risposte a domande di valenza molto più ampia che da sempre si è posto. Immancabili, nonostante il baratro della differenza di età, certi umori di delicato erotismo nel rapporto con Lucia (Lucy), ma addirittura in quello con Bea.