Con “Il passato ritorna” - che segue un precedente lavoro “d’essai” intitolato “I sette volti del male”- l’autore ritorna al racconto romanzato narrando di un passato, che ritorna alla mente del protagonista, attraverso i ricordi della vita di questi. La storia si svolge in Brasile, sul Litoral Sul Paulista, dove Francesco Russo - “Chiquinho” per gli amici - è emigrato dalla lontana Sicilia dov’era nato. Aveva passato l’infanzia nell’isola ma, poi poco più che ventenne, si era trasferito nel continente, prima a Viareggio dove aveva fatto il pescatore, quindi nella Genova operosa, dove aveva trovato impiego nel porto. Dalle coste del Mar Ligure era partito per il Sud America, in cerca di una fortuna mai raggiunta. I ricordi dell’infanzia, nella Palermo ancora lacerata dai bombardamenti delle forze alleate si affacciano alla mente così come i volti dei genitori, morti sotto le macerie dei bombardamenti, e quelli dei parenti dimenticati in Patria. L’angoscia attanagliava ancora, nonostante fossero passati più di sessant’anni dalla fine del conflitto. Invecchiando, le scene del passato vengono riviste con l’occhio del poi, non privo di autocritica e di censura nei confronti di un certo sistema vigente nelle mentalità d’allora. È duro fare i conti con la propria vita ma, come in tutte le cose, i nodi vengono, in fine, al pettine e… accadono fatti nuovi che illuminano la vita di una luce diversa. Quella narrata dall’autore, con il suo inconfondibile stile, è una storia fatta di ricordi ma non mancherà la souspence dell’imprevisto, nel finale.