Per ogni società la trasmissione delle proprie tradizioni è essenziale e necessaria, per una realtà minacciata nella sua identità, come quella palestinese, tale trasmissione assume significati del tutto peculiari di enorme rilevanza. Questa nota prende in esame alcuni studi demologici di autori palestinesi partendo da quelli degli anni Venti - Tawfiq Canaan, Khalil Totah, Omar Saleh Barghouti, Elias Haddad, Stephan Hanna Stephan - fino ad arrivare a Nimr Sirhan, autore dell’“Enciclopedia del folklore palestinese” (1989). Utilizzando come griglia di riferimento l’accezione gramsciana di folklore, l’analisi mette in luce come questo abbia costituito da un lato un potente strumento di salvaguardia dell’identità palestinese e un’arma di resistenza all’occupazione e alla cancellazione del popolo palestinese da parte di Israele, ma dall’altro come esso sia stato utilizzato dall’élite palestinese in una dimensione fortemente ideologica e nazionalista secondo dinamiche proprie dell’acculturazione, attraverso un’operazione paradossalmente speculare al suo omologo israeliano, degenerando nel cosiddetto folklorismo.CRISTIANA BALDAZZI è ricercatore di Lingua e letteratura araba all’Università di Trieste.