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Questo libro, che idealmente si allaccia alla magistrale lezione di Charles Mauron e della sua “psicocritica”, è altresì il punto di arrivo dell’ininterrotta riflessione dell’autore su linguaggi creativi e prassi analitiche kleiniane.Se dovessimo chiedere a critici letterari, psicoanalisti e scrittori che cosa sia veramente l’oggetto estetico - e in particolare l’oggetto poetico -, molte ma non diversissime affermazioni si potrebbero raccogliere. Giacomo Leopardi, per esempio, soleva affermare: “La poesia è tutta una questione di sensorio”. Per stare nel classico freudismo, già molti anni fa…mehr

Produktbeschreibung
Questo libro, che idealmente si allaccia alla magistrale lezione di Charles Mauron e della sua “psicocritica”, è altresì il punto di arrivo dell’ininterrotta riflessione dell’autore su linguaggi creativi e prassi analitiche kleiniane.Se dovessimo chiedere a critici letterari, psicoanalisti e scrittori che cosa sia veramente l’oggetto estetico - e in particolare l’oggetto poetico -, molte ma non diversissime affermazioni si potrebbero raccogliere. Giacomo Leopardi, per esempio, soleva affermare: “La poesia è tutta una questione di sensorio”. Per stare nel classico freudismo, già molti anni fa il grande Musatti ebbe a dire che “All’inizio, non c’era il Logos, all’inizio c’erano gli Affetti”. Da parte bioniana, più recentemente riecheggia Meltzer: “All’inizio c’era l’oggetto estetico; e l’oggetto estetico era il Seno; e il Seno era il mondo”. Del resto Novalis aveva già scritto:”La poesia altro non è che la più fedele descrizione possibile del mondo interno nella sua complessità relazionale”. Un kleiniano e bioniano come Resnik ha scritto che “l’immagine poetica è il volto del pensiero”. Sentire, costruire e significare portano alla rete della vita. Questa è la vocazione del poeta. E sarà Nerval a insistere molto sulla necessità che gli oggetti del mondo siano “massimamente collegati e connessi fra di loro”, e a partire da questi macro-significati, si raggiungeranno “le parole dorate della poesia”.