Il capolavoro della regina del giallo inglese Marie Adelaide Belloc Lowndes, ispirato agli efferati omicidi di Jack lo Squartatore, in un’ edizione arricchita da illustrazioni di pregio.
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Un gioiello di suspense, pubblicato nel 1913, dichiaratamente ispirato ai delitti di Whitechapel, attribuiti a “Jack lo Squartatore”, la cui memoria era ancora ben viva negli anni in cui l’autrice Marie Belloc Lowndes lo scrisse.
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Ciò che lo rende unico è la prospettiva nella quale si trovano i coniugi Bunting, che dopo aver lasciato il servizio domestico per gestire la propria casa affitto, hanno avuto una serie di sfortune e ora si ritrovano con gli ultimi scellini, nell’urgenza di affittare al più presto le loro stanze vuote.
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Ecco che allora, quando un gentiluomo si presenta alla loro porta offrendo di pagare un mese di affitto in anticipo, sono così sollevati da trascurare le stravaganze di Mr. Sleuth, come ad esempio il fatto che costui non ha bagagli e pretende da loro di non chiedere alcuna informazione che lo riguardi.
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Nel frattempo Londra è agitata per una serie di orribili omicidi, che riguardano tutti donne alcoliste. L’assassino lascia il suo biglietto da visita sui corpi: un foglietto triangolare appuntato sui loro vestiti con la scritta “Il Vendicatore”...
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Inizialmente Ellen Bunting non pensa al suo inquilino, ma poi il sospetto si insinua lentamente nella mente di lei. Infatti, ogni volta che Mr. Sleuth esce per passeggiate notturne, “Il Vendicatore” entra in azione.
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Inoltre Mr. Sleuth legge passi della Bibbia poco edificanti delle donne, è totalmente astemio, possiede una misteriosa borsa che tiene sempre sottochiave e ogni volta che esce per le sue passeggiate notturne, “Il Vendicatore” uccide nuovamente.
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Il conflitto interiore dei coniugi Bunting oscilla per tutto il romanzo tra il dubbio di colpevolezza del loro inquilino e la necessità di sopravvivenza. Ellen capisce che se quell’uomo è colpevole e lei non fa nulla è come se ne fosse complice, si aggrappa quindi a indizi che lo scagionino e trema al pensiero che se lo denunciasse e fosse innocente perderebbe l’indispensabile rendita dell’affitto.
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Fino all’ultimo la domanda sulla colpevolezza di Mr. Sleuth resta aperta. Nonostante gli indizi e un comportamento sospetto, rimane sempre possibile che egli sia solo quello che appare, cioè un solitario e innocuo eccentrico.
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Spetterà al lettore il compito di farsi un’idea sull’innocenza o colpevolezza di Mr. Sleuth.
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Un gioiello di suspense, pubblicato nel 1913, dichiaratamente ispirato ai delitti di Whitechapel, attribuiti a “Jack lo Squartatore”, la cui memoria era ancora ben viva negli anni in cui l’autrice Marie Belloc Lowndes lo scrisse.
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Ciò che lo rende unico è la prospettiva nella quale si trovano i coniugi Bunting, che dopo aver lasciato il servizio domestico per gestire la propria casa affitto, hanno avuto una serie di sfortune e ora si ritrovano con gli ultimi scellini, nell’urgenza di affittare al più presto le loro stanze vuote.
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Ecco che allora, quando un gentiluomo si presenta alla loro porta offrendo di pagare un mese di affitto in anticipo, sono così sollevati da trascurare le stravaganze di Mr. Sleuth, come ad esempio il fatto che costui non ha bagagli e pretende da loro di non chiedere alcuna informazione che lo riguardi.
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Nel frattempo Londra è agitata per una serie di orribili omicidi, che riguardano tutti donne alcoliste. L’assassino lascia il suo biglietto da visita sui corpi: un foglietto triangolare appuntato sui loro vestiti con la scritta “Il Vendicatore”...
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Inizialmente Ellen Bunting non pensa al suo inquilino, ma poi il sospetto si insinua lentamente nella mente di lei. Infatti, ogni volta che Mr. Sleuth esce per passeggiate notturne, “Il Vendicatore” entra in azione.
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Inoltre Mr. Sleuth legge passi della Bibbia poco edificanti delle donne, è totalmente astemio, possiede una misteriosa borsa che tiene sempre sottochiave e ogni volta che esce per le sue passeggiate notturne, “Il Vendicatore” uccide nuovamente.
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Il conflitto interiore dei coniugi Bunting oscilla per tutto il romanzo tra il dubbio di colpevolezza del loro inquilino e la necessità di sopravvivenza. Ellen capisce che se quell’uomo è colpevole e lei non fa nulla è come se ne fosse complice, si aggrappa quindi a indizi che lo scagionino e trema al pensiero che se lo denunciasse e fosse innocente perderebbe l’indispensabile rendita dell’affitto.
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Fino all’ultimo la domanda sulla colpevolezza di Mr. Sleuth resta aperta. Nonostante gli indizi e un comportamento sospetto, rimane sempre possibile che egli sia solo quello che appare, cioè un solitario e innocuo eccentrico.
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Spetterà al lettore il compito di farsi un’idea sull’innocenza o colpevolezza di Mr. Sleuth.
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- IL LIBRO CONTIENE SCHIZZI INEDITI DELLA LONDRA NELLA QUALE SI SVOLGE IL ROMANZO.