La poesia di Marta Vespa racconta di un’esistenza che, come un treno in corsa, si snoda lungo binari che dalle terre natali inseguono orizzonti lontani, attraverso bivi, scambi e deviazioni che intrecciano la mappa delle proprie esperienze. Identità in viaggio, solitudini che si incontrano, talvolta si sfiorano appena, per perdersi ancora su percorsi in costante divenire. Il tempo sospeso dell’attesa sulla banchina della stazione, con convogli che scorrono inesausti e l’urgenza ustionante di una direzione. L’ansia del vivere, capace di aprirsi tuttavia alla speranza di una scelta ancora possibile: davanti a noi, il penultimo treno della sera.