Il romanzo, pubblicato in prima edizione nel 1867, narra la vicenda un amore tragico, pieno di odio e desiderio di vendetta, racchiuso in un piccolo villaggio piemontese. Emerge l'atteggiamento moralistico dell'autore.
Un piccolo villaggio piemontese in cui il tempo è scandito dalle stagioni agricole, un mondo contadino quasi omogeneo per costumi e tenore di vita, per valori come il legame con la tradizione, il culto della famiglia, del lavoro, della prestanza fisica. Solo due personaggi si discostano da questa morale, Grinta, lo spietato usuraio che non lavora ed approfitta delle sventure dei contadini per arricchirsi, e Maso. Questo, diverso dai suoi coetanei perché povero, di corporatura esile, intelligente (qui tale dote, invece di essere apprezzata, suscita diffidenza), e perciò picchiato, deriso e soprannominato con disprezzo Lucertola dai compagni, matura precocemente un profondo rancore e un inestinguibile desiderio di vendetta.
Un piccolo villaggio piemontese in cui il tempo è scandito dalle stagioni agricole, un mondo contadino quasi omogeneo per costumi e tenore di vita, per valori come il legame con la tradizione, il culto della famiglia, del lavoro, della prestanza fisica. Solo due personaggi si discostano da questa morale, Grinta, lo spietato usuraio che non lavora ed approfitta delle sventure dei contadini per arricchirsi, e Maso. Questo, diverso dai suoi coetanei perché povero, di corporatura esile, intelligente (qui tale dote, invece di essere apprezzata, suscita diffidenza), e perciò picchiato, deriso e soprannominato con disprezzo Lucertola dai compagni, matura precocemente un profondo rancore e un inestinguibile desiderio di vendetta.
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