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"Il podere" descrive un mondo di ansia, angoscia e paura determinato dall'impatto con la realtà che è minacciosa, incombente, aggressiva. Un mondo fatto di traumi, ferite sempre aperte, lesioni profonde. Il protagonista è Remigio. Alla morte del padre riceve in eredità un podere, che gli viene conteso sia dalla matrigna che dalla vecchia amante del padre. E' essenzialmente la storia di un inetto che subisce la crudeltà umana: Remigio infatti non riesce ad essere un buon padrone, non sa comandare e farsi rispettare dai suoi sottoposti. Remigio non sa amministrare, quindi agli occhi di tutti è…mehr

Produktbeschreibung
"Il podere" descrive un mondo di ansia, angoscia e paura determinato dall'impatto con la realtà che è minacciosa, incombente, aggressiva. Un mondo fatto di traumi, ferite sempre aperte, lesioni profonde.
Il protagonista è Remigio. Alla morte del padre riceve in eredità un podere, che gli viene conteso sia dalla matrigna che dalla vecchia amante del padre. E' essenzialmente la storia di un inetto che subisce la crudeltà umana: Remigio infatti non riesce ad essere un buon padrone, non sa comandare e farsi rispettare dai suoi sottoposti. Remigio non sa amministrare, quindi agli occhi di tutti è un pericolo sociale e come tale deve essere allontanato il più presto possibile.

Federigo Tozzi è considerato uno dei più importanti narratori italiani del Novecento. Lasciò le sue opere per lo più inedite. Nato a Siena nel 1882 e morto a Roma nel 1920. lo scrittore fu riscoperto dal grande pubblico molto tardi, dal 1962 al 2000 da scrittori e critici come Carlo Cassola, Giuseppe de Robertis, Enrico Falqui, Carlo Bo, Alberto Asor Rosa ed altri. Questa recente critica ha capovolto la visione di un Tozzi realista proponendolo come scrittore di stampo profondamente psicologico e vicino al simbolismo, paragonandolo a livello europeo alla prosa di Kafka e Dostoevskij.
Autorenporträt
Federigo Tozzi nacque a Siena nel 1883 e morì a Roma nel 1920. La sua formazione culturale fu irregolare e perlopiù autodidatta. Fin da giovane ebbe un temperamento passionale che lo fece avvicinare alle teorie anarco-sindacaliste. Successivamente si pronunciò per un cattolicesimo di decisa impronta mistica. Nel 1914 si trasferì a Roma e conobbe alcune importanti personalità del mondo letterario, come Luigi Pirandello e Giuseppe Antonio Borgese. Federigo Tozzi cominciò qui a lavorare ai romanzi e alle novelle che gli diedero una discreta notorietà e per cui è annoverato tra le avanguardie della narrativa italiana del periodo. Con gli occhi chiusi ebbe una lunga genesi, come molte altre sue opere: fu iniziato nel 1913 ma edito solamente nel 1919. Tre croci vide le stampe tra il 1918 e il 1920. Postumi: Ricordi di un impiegato, Il podere, Gli egoisti.