Un viaggio andata e ritorno sullo sport, dove si valutano le possibilità su cui lavorare per poterne estremizzare le prestazioni, che passa attraverso il paradigma tra performance sportiva e performance di vita per arrivare ad un'analisi della società contemporanea in preda ad una difficoltà di maturazione generata dalla frenesia, dalla accelerazione, e dalla persistenza di paternalismo e clientelismo. Fran Voigt è un ex ciclista di grande successo a cui però sono mancate alcune vittorie più significative ed il traguardo olimpico, quello più ambito. Per questo motivo, dopo un precoce ritiro per infortunio e dopo studi universitari e master scientifici, fonda una società basata su una equipe di ex sportivi assemblata meticolosamente, che andrà a lavorare con professionisti sportivi di vertice. Ma il metodo è molto singolare. Tecnologia che deve essere valutata con moderazione; poca prassi, molto ascolto e tanto lavoro personalizzato. Affiancare, non insegnare e tantomeno imporre. Il lavoro della equipe risulta essere molto simile a quello che dovrebbero fare le famiglie per "allenare" e quindi fare crescere i figli. La base dello sportivo di vertice si amplia quindi all'uomo comune che si deve destreggiare nella vita, partendo da una educazione incompleta spesso basata sulla oppressione, sulla sfiducia e sullo stigma della colpa. Lo sport diventa quindi un mezzo ed una ispirazione per riprendere le redini della vita con una riflessione introspettiva e la necessità di un severo lavoro psico fisico su se stessi.