Sicilia, 77 a.C., durante la dominazione romana. È giugno, il caldo è opprimente. Un uomo, un cittadino romano fuggito da Roma per evitare i pugnali dei sicari della parte politica avversa alla sua, è stato ucciso con straordinaria violenza. La sua morte, però, non sembra legata a motivi politici.
Marco Valerio – un maturo magistrato romano giunto in Sicilia con un incarico minore dopo una carriera di buon livello allo scopo di sfuggire al dolore per la morte prematura della moglie – è quasi costretto ad indagare, data l’assenza del Governatore.
Nel portico su cui si affacciano le stanze del magistrato, una fontana gli concede un po’ di frescura. Lì, con il suo vecchio amico medico e con un premuroso militare che gli fa da attendente, ragiona dell’omicidio del suo concittadino.
Marco conduce l’inchiesta facendo i conti con il suo equilibrio perduto, in modo disincantato, alla ricerca di una giustizia che va oltre la legge. La soluzione del mistero sarà, alla fine, solo etica e non giudiziaria.
Marco Valerio – un maturo magistrato romano giunto in Sicilia con un incarico minore dopo una carriera di buon livello allo scopo di sfuggire al dolore per la morte prematura della moglie – è quasi costretto ad indagare, data l’assenza del Governatore.
Nel portico su cui si affacciano le stanze del magistrato, una fontana gli concede un po’ di frescura. Lì, con il suo vecchio amico medico e con un premuroso militare che gli fa da attendente, ragiona dell’omicidio del suo concittadino.
Marco conduce l’inchiesta facendo i conti con il suo equilibrio perduto, in modo disincantato, alla ricerca di una giustizia che va oltre la legge. La soluzione del mistero sarà, alla fine, solo etica e non giudiziaria.