“Il Portone è lo specchio della nostra coscienza. Non importa se di legno leggero o pesante, se blindato, o se abbellito da preziosi intarsi floreali. La sostanza non cambia. Il Portone aperto è richiamo all’accoglienza, all’ospitalità: alla ‘filoxenia’, che è il patrimonio della Grecia, la mia seconda patria. Il Portone chiuso può essere sinonimo di riservatezza, di discrezione, di rispetto, ma può anche essere prova o testimonianza di egoismo, di rifiuto, di rigetto assai poco umano di qualsiasi forma di generosità e di dialogo. ‘Che gli altri stiano fuori. Penso soltanto a me stesso’. Ancor più grave è quando i Portoni crescono e diventano giganteschi, mostruosi e sinistri muri di cemento, spessi e altissimi, per scongiurare qualsiasi forma di contaminazione. Ci si rinchiude nel ghetto per paura degli altri. Ma i ghetti non hanno mai portato fortuna”. (Antonio Ferrari)