Governare un'azione ardua, un'impresa, vuol dire prima di tutto governare la propria interiorità. Negli approcci al governo vi sono teorie che danno più importanza a ciò che l'agente ha a disposizione e al suo contesto di riferimento e altre che centrano l'attenzione su cosa il soggetto sia nel momento in cui viene a relazionarsi col mondo. L'idea proposta è che per avere un certo successo esistenziale nel governare l'agire è necessario partire dalla parte più intima della propria personalità, dalle motivazioni più profonde e dai valori di riferimento. Per cambiare il contesto che ci circonda è necessario cominciare da se stessi.Anche l'impresa si sviluppa utilizzando una propria ridondanza, intesa come patrimonio di conoscenza e di fiducia che eccede la quantità necessaria per mantenere l'organizzazione in equilibrio in assenza cioè di processi di sviluppo. Tale eccesso di risorse può essere considerato la potenza dell'impresa, in quanto è in grado di mobilitare le capacità dell'organizzazione. L'approccio sfruttato in questo contesto trova essenza nel modello m-customer, il quale tenta di ricreare uno sviluppo di metodologia e di pensiero di un'azienda, intesa come organo complesso, ma unitario di persone. Il tentativo è quello di afferrare i bisogni latenti del "cliente"; un suggerimento alla ricerca a cui l'impresa dovrebbe tendere, per poter carpire le più nascoste volontà, per poter soddisfare così il desiderio del cliente e indirettamente anche il proprio.Cristiano Ciappei è Ordinario di Economia e Gestione delle Imprese presso l'Università degli Studi di Firenze. Attualmente impegnato nello studio della governance imprenditoriale, dell'innovazione di prodotto e nella valutazione della strategia.Matteo Belardi è Assegnista di Ricerca presso il Dipartimento di Scienze Aziendali dell'Università degli Studi di Firenze. Attualmente impegnato nello studio della governance imprenditoriale, nella valutazione della strategie competitive d'azienda e nella gestione dell'innovazione.