È, questo diario collettivo ai tempi dell’isolamento forzato provocato dalla pandemia di Covid-19, la raccolta di testi inediti firmati da scrittori, giornalisti, cittadini appartenenti a ogni fascia sociale, appositamente per fotografare un periodo storico eccezionale. Testimonianze, le loro, destinate a essere spunto di riflessione nell’immediato e traccia di memoria per le generazioni future.
Diviso in due sezioni – racconti e poesia, più una terza piccola sezione contenente tre disegni –, il libro, la cui copertina è firmata dalla fotografa Giulia Pasqualin, si compone di oltre trenta testi di qualità scritti da autrici e autori che hanno deciso di mettersi in gioco per non perdere la loro creatività e la loro umanità ai tempi dell’autoisolamento.
“Luis Sepúlveda, lo scrittore cileno con gli occhi da sognatore che è morto proprio di Coronavirus, in uno dei suoi romanzi capolavoro, Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare, scriveva: “Zorba, volare mi fa paura – stridette Fortunata alzandosi –. Quando succederà io ti sarò accanto – miagolò Zorba leccandole la testa”. E questo è quello che dovremmo fare noi, stare vicino a chi è più fragile e aiutarlo a rialzarsi. “Nella tua vita avrai molti motivi per essere felice, uno di questi si chiama acqua, un altro si chiama vento, un altro ancora si chiama sole e arriva come ricompensa dopo la pioggia”, dirà Zorba alla gabbianella. E noi non dobbiamo fare altro che aspettare il sole dopo la pioggia”. (Daniela Di Fiore)
I diritti d’autore di questo libro vengono devoluti all’associazione Agop, attiva nell’assistenza a bambini e ragazzi oncologici al Policlinico Gemelli di Roma.
Diviso in due sezioni – racconti e poesia, più una terza piccola sezione contenente tre disegni –, il libro, la cui copertina è firmata dalla fotografa Giulia Pasqualin, si compone di oltre trenta testi di qualità scritti da autrici e autori che hanno deciso di mettersi in gioco per non perdere la loro creatività e la loro umanità ai tempi dell’autoisolamento.
“Luis Sepúlveda, lo scrittore cileno con gli occhi da sognatore che è morto proprio di Coronavirus, in uno dei suoi romanzi capolavoro, Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare, scriveva: “Zorba, volare mi fa paura – stridette Fortunata alzandosi –. Quando succederà io ti sarò accanto – miagolò Zorba leccandole la testa”. E questo è quello che dovremmo fare noi, stare vicino a chi è più fragile e aiutarlo a rialzarsi. “Nella tua vita avrai molti motivi per essere felice, uno di questi si chiama acqua, un altro si chiama vento, un altro ancora si chiama sole e arriva come ricompensa dopo la pioggia”, dirà Zorba alla gabbianella. E noi non dobbiamo fare altro che aspettare il sole dopo la pioggia”. (Daniela Di Fiore)
I diritti d’autore di questo libro vengono devoluti all’associazione Agop, attiva nell’assistenza a bambini e ragazzi oncologici al Policlinico Gemelli di Roma.