A dispetto del titolo, Il Regno di Cristallo non è un romanzo fantasy. Tuttavia, la fantasia costituisce un elemento cruciale della storia. Tomaso Dragone, il protagonista, rifugge la realtà trincerandosi in una dimensione parallela, immaginaria, che gli permette di tollerare il vuoto dilagante che gli divora l’anima. Il suo regno di cristallo è una fragile architettura, una stretta trama di menzogne costruita illusione dopo illusione, sulla base di esperienze mai avvenute. Sullo sfondo di una pianura padano-veneta soffocata dalla nebbia, nel microcosmo di un paese fantasma, Tomaso conduce un’esistenza contrassegnata da un’impalpabile mancanza, ritrovandosi schiavo di un rigido immobilismo, privo di stimoli e di relazioni significative. Quando, per lavoro, sarà costretto a varcare i confini salvifici del paese, Tomaso si troverà a fare i conti la realtà in tutta la sua complessità e ferocia. La sua rassicurante stasi e le fondamenta stesse del suo regno verranno messe in discussione e, con esse, il suo intero vissuto. Tomaso sarà costretto a guardare in faccia i suoi demoni e ad assumersi la responsabilità della sua vita.