È una notte lunga e afosa all’Ospedale Papardo di Messina. Intorno alla mezzanotte un’ambulanza, con l’infermiera Nenzi di servizio, trasporta una donna in condizioni gravissime. Si chiama Sara. Investita da un’auto mentre tornava a casa con la sua Vespa, finisce in sala operatoria per un intervento lungo e delicato alla testa. Al di là della porta del reparto si forma un bivacco di amici e parenti. In quella sala d’attesa, che diventa un luogo dove la vita si sospende, ci sono il marito Ale, la madre Piera, le zie, le amiche-sorelle Lisa e Angela. Nella stessa sospensione si ritrova l’infermiera del 118, ripiombata nel suo dramma personale che la riconduce a un evento di qualche anno prima. Per uno strano gioco del destino o del cielo, Nenzi si convince che Sara sia la soluzione per uscire da un dolore di cui è prigioniera. Il tragico evento diventa l’occasione di confessioni, ammissioni di colpa, voglia di ricominciare. Ricominciare da Sara. Esistenze conosciute e sconosciute si intrecciano e si ritrovano a far parte di un unico disegno architettato involontariamente dalla protagonista che lotta per non morire.