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La computazione quantistica del cervello e della coscienza appartiene alle neuroscienze, ma rimane un lato intimo e misterioso della vita che vive nel sentimento. Gli studi sulle strutture intercellulari formate da eterodimeri allineati in tubi cavi con un diametro apparente di circa 25mn., i “microtuboli”, rafforza la teoria sulla coscienza che deriva dal livello più profondo dell’attività cerebrale in cui i polimeri proteici all’interno dei neuroni (le vibrazioni quantiche), influenzano le sinapsi e i processi di auto organizzazione “protoconsapevole” della struttura quantistica della…mehr

Produktbeschreibung
La computazione quantistica del cervello e della coscienza appartiene alle neuroscienze, ma rimane un lato intimo e misterioso della vita che vive nel sentimento. Gli studi sulle strutture intercellulari formate da eterodimeri allineati in tubi cavi con un diametro apparente di circa 25mn., i “microtuboli”, rafforza la teoria sulla coscienza che deriva dal livello più profondo dell’attività cerebrale in cui i polimeri proteici all’interno dei neuroni (le vibrazioni quantiche), influenzano le sinapsi e i processi di auto organizzazione “protoconsapevole” della struttura quantistica della realtà. La ricerca scientifica intorno all’uomo suscita geniali teorie sempre più specialistiche anche grazie agli strumenti ad alta tecnologia, ma le scienze piuttosto che interagire rispetto alla totalità del sapere, tendono a determinare, a decomporre, a codificare, a decodificare, a calcolare matematicamente i processi e i percorsi umani rispetto alla totalità bio-psico-sociale. La società odierna più che globalizzata è standardizzata come parte di un complesso sistema inserito nelle leggi informatiche, ma l’essere umano è un essere culturale per natura, perché è un essere naturale per cultura (Morin, Piattelli Palmarini, 1974). L’attività fisica e mentale è il risultato delle attività delle cellule cerebrali in cui non si evince da dove nascono i sentimenti e non va frammentata o analizzata nelle parti. Molte azioni dell’attività della coscienza appaiono prive di consapevolezza, sono la conseguenza di processi inconsci. In particolare il “non finito” è una condizione interiore, è pensiero creativo destinato a svilupparsi nella mente di chi lo produce per rimane “non finito” all’infinito. Il “non finito” è nel dematerializzato del Buonarroti, nel contrasto tra spirito-corpo, forma-materia e vita-morte. Il “non finito” è desiderio e pensiero parlante senza parole, è comunicazione di onde e vibrazioni atemporali, è un sentimento di corrispondenza che unisce il particolare all’universale e l’universale al particolare oltre i limiti del sensibile. Il “non finito”, è comunicazione generale a livello di pensiero oltre il linguaggio, oltre la costruzione matematica della realtà. Il “non finito” è un sentimento perenne a fondamento del nostro pensare, è la bellezza profusa nella ricerca scientifica etica, è il cammino verso la coscienza del vero che coniuga le scienze nel rispetto del senso e dell’orientamento dell’esistenza. Il non finito è sentimento del finito nell’infinito.