Il tema trattato è la violenza sulle donne e l’originalità sta nel modo in cui viene affrontato.
L’autrice ha fatto dell’aiuto alle donne la sua professione, lo scopo della sua vita. Lavorando con le vittime fa una scoperta che lei stessa definisce una rivoluzione copernicana, comprende che anche chi come lei non ha subito direttamente dei soprusi è in qualche modo, in quanto donna, “ingabbiata” da alcune “regole” non scritte e profondamente interiorizzate di cui nemmeno ci si accorge più, perché sono il risultato di millenni di storia dove la donna ha sempre subito i dettami della società, della famiglia, del marito ecc. La differenza tra chi aiuta e chi viene aiutato, a volte, risiede solo nell’aver avuto la fortuna di non aver incontrato uomini violenti.
Sotto questo aspetto la visuale è chiaramente molto più ampia e diventa fondamentale acquisire informazioni, testimonianze che, se recepite con la giusta attenzione, possono permettere anche a noi di entrare in quella rivoluzione copernicana che ha sperimentato l’autrice, a conferma che è la prospettiva da cui si guarda che fa la differenza, sempre.
L’autrice ha fatto dell’aiuto alle donne la sua professione, lo scopo della sua vita. Lavorando con le vittime fa una scoperta che lei stessa definisce una rivoluzione copernicana, comprende che anche chi come lei non ha subito direttamente dei soprusi è in qualche modo, in quanto donna, “ingabbiata” da alcune “regole” non scritte e profondamente interiorizzate di cui nemmeno ci si accorge più, perché sono il risultato di millenni di storia dove la donna ha sempre subito i dettami della società, della famiglia, del marito ecc. La differenza tra chi aiuta e chi viene aiutato, a volte, risiede solo nell’aver avuto la fortuna di non aver incontrato uomini violenti.
Sotto questo aspetto la visuale è chiaramente molto più ampia e diventa fondamentale acquisire informazioni, testimonianze che, se recepite con la giusta attenzione, possono permettere anche a noi di entrare in quella rivoluzione copernicana che ha sperimentato l’autrice, a conferma che è la prospettiva da cui si guarda che fa la differenza, sempre.