Il dott. Del Giudice, studioso di agricoltura e di storia dell'alimentazione, amico di Froio, di Oreste Bordiga e di Fedele De Siervo, interpretò con grande intensità una tendenza culturale che era stata avviata da Giuseppe Semmola e che veniva sviluppata, tra la fine dell' Ottocento e i primi anni del Novecento, da alcuni professori dell'Istituto Superiore di Portici, in particolare da Ruggero Arcuri: introdurre nell'agricoltura del Vesuviano e della Campania Felice processi innovativi anche vigorosi, ma sempre rispettosi dei valori significativi della tradizione. Il saggio sulla coltivazione dell'uva catalanesca e sulla produzione e commercializzazione dell'omonimo vino è significativo modello di questa filosofia, perché all'autore, pur preoccupato di suggerire tecniche di coltivazione e di vinificazione più razionali, non sfugge una verità essenziale: che il vino catalanesca, al di là del suo pregio, rappresenta lo spirito e la storia dellla comunità sommese e del territorio di Somma. In un momento in cui estimatori e produttori sono impegnati nell'affascinante impresa di rinnovare la fama di questo vino e di tutelarne le straordinarie virtù - la persistenza, il vigore e il profumo, soprattutto - ci è sembrato giusto riproporre all'attenzione dei lettori il saggio del dott. Del Giudice, testimone puntuale della storia di quelle virtù.