Immaginate di dover scrivere un testo di filosofia-antropologia-sociologia e un bel po’ di altre “…ia” destinato ad un pubblico molto giovane. È dura, vero? Come si potrebbe fare? Beh, Marco Farina ha avuto un’idea geniale. Il suo racconto è ambientato in un futuro prossimo, giusto un paio di decenni in avanti. Molte delle cose che leggerete vi suoneranno familiari, ma allo stesso tempo c’è qualcosa di vagamente inquietante, al di là delle parole, nascosto tra le righe. C’è un termine particolare per indicare quella lieve preoccupazione, un aggettivo specifico: “futuribile”. È una specie di fusione tra le parole “futuro” e “credibile”. Capite dov’è il fulcro della faccenda? Un linguaggio molto semplice, ma mai banale; una serie di concetti che capirebbe anche un bambino. Ehi, aspettate un momento… forse non è esatto. Forse è più giusto dire che li capirebbe solo un bambino. Ecco, questo è il cuore del libro. Un cuore semplice e puro come quello di un bambino. È da lì che nascono certe idee. E se Marco Farina è riuscito a preservare nel suo cuore la capacità di scrivere un libro come questo, allora forse c’è davvero una speranza… futuribile!