Il saggio analizza il rapporto simbiotico tra la vita nei vicoli di Napoli, intesi come unità geografiche e sociologiche, e la loro capacità di essere fonti d'ispirazione artistica per i drammaturghi e gli autori del novecento. Perché la sceneggiata è nata a Napoli, nei quartieri del centro storico? Se De Filippo non avesse vissuto l'infanzia nel retropalco del Teatro San Carlino, osservando suo padre Eduardo Scarpetta recitare le farse nei panni di Felice Sciosciammocca, avrebbe sviluppato una visione teatrale diversa? Se il terremoto non avesse sconvolto la città nel novembre del 1980, avremmo avuto testi come "Le cinque rose di Jennifer" di Annibale Ruccello e "Scannasurice" di Enzo Moscato? La permeabilità tra gli eventi di una città, i suoi luoghi fisici e i suoi spazi mentali narra un secolo teatrale complesso, irrequieto, vivace e multiforme; metafora perfetta della natura di Napoli e dei suoi abitanti.