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La Magistratura ha il compito di punire i trasgressori della legge ed infliggere loro, quando la colpa viene provata, le giuste condanne: la Politica invece quella di legiferare per modificare leggi obsolete o per produrne delle nuove per difendere la comunità dalla disonestà e dal malaffare. Quando l’una delle due Istituzioni pretende di surrogarsi all’altra le inevitabili perniciose contrapposizioni sono inevitabili e nocive per la comunità. Ed è proprio quello che accade da ventitre anni in Italia. Adesso occorrerebbe ristabilire le giuste regole di convivenza in maniera che ogni…mehr

Produktbeschreibung
La Magistratura ha il compito di punire i trasgressori della legge ed infliggere loro, quando la colpa viene provata, le giuste condanne: la Politica invece quella di legiferare per modificare leggi obsolete o per produrne delle nuove per difendere la comunità dalla disonestà e dal malaffare. Quando l’una delle due Istituzioni pretende di surrogarsi all’altra le inevitabili perniciose contrapposizioni sono inevitabili e nocive per la comunità.
Ed è proprio quello che accade da ventitre anni in Italia. Adesso occorrerebbe ristabilire le giuste regole di convivenza in maniera che ogni Istituzione assuma le responsabilità che le sono proprie. Il Parlamento svolga la sua funzione legislativa e la Magistratura garantisca la corretta osservanza delle leggi. Quando la Politica sbaglia devono essere gli elettori a fermarla e quando è invece la Magistratura dovrebbero sanzionarla i suoi organi di controllo, che da essa dovrebbero essere, e adesso non lo sono, assolutamente indipendenti. Fuori da questo semplice schema c’è solo arbitrio e disordine.
La speranza di tanti cittadini risiede nella annunciata riforma dell’Ordinamento giudiziario che dovrebbe porre in uno stato di parità i diritti della difesa e quelli dell’accusa, affidare ad un organismo imparziale composto da giuristi di chiara fama il governo dell’ordinamento giudiziario, lasciare alla decisione dei magistrati la decisione di iniziare o meno un procedimento penale, apparendo la sua obbligatorietà almeno un segno di dubbio sulla preparazione professionale dei magistrati e anche sulla loro probità, lasciando agli interessati il diritto di rivolgersi all’organo di controllo per giudicane le decisioni.

Tratto dalla Premessa dell'Autore