La poesia di Antonio Bini è un confluire caleidoscopico di sensazioni e sentimenti, un percorso originale di ascolto interiore che si appropria dell’occasione esterna per interrogarsi e aprirsi alla conoscenza pura di sé e dell’altro. Le parole semplici e dirette, senza orpelli o inutili complicazioni sintattiche, vanno immediatamente a segno, esatte e cristalline fino a farsi talvolta stoccata ironica. Antonio Bini si tuffa con slancio nell’esistenza. Non c’è rassegnazione nell’ineluttabile sofferenza del quotidiano, piuttosto l’invito a proseguire nonostante il dolore perché vale sempre la pena di aspettare il sorgere di un nuovo sole. La serenità è un’araba fenice di insospettabile potenza, è un vociare allegro di parole sconosciute sogni e malinconia fra castelli di sabbia. Un’ombra di melanconica tristezza vela le sue sensazioni quasi a testimoniare un connubio tra dolore e speranza, un connubio sempre in bilico perché non si vive in superficie, si vive scavando nel profondo della propria anima abbracciando le opportunità, le occasioni mancate. Antonio Bini è nato il 25 maggio 1957 in provincia di Lucca, terzo di cinque fratelli. Dopo aver conseguito la Licenza Media, ha scelto di andare a lavorare per sostenere l’economia familiare, entrando così precocemente e definitivamente nella vita adulta. Per il piacere dello studio non ha mai abbandonato libri e quaderni, mantenendo da autodidatta il gusto per la ricerca e l’approfondimento. È sposato, ha due figli, e varie esperienze educative, soprattutto in campo ecclesiale. Nel 2012 ha pubblicato il romanzo Acquacheta, Giovane Holden Edizioni.