Ne Il vaso d’oro, il protagonista è il giovane e sfortunato Anselmo che, ottenuto il posto di copista presso l’archivista Lindhorst, scoprirà, poi, tutta un’altra realtà magico-naturale (e si ricordi che, per i Romantici, la natura era un elemento cardine), in cui lui stesso sarà, quasi inconsciamente, scaraventato e imbrigliato… Ne Il piccolo Zaccheo detto Cinabro, Hoffmann tesse la storia d’un omuncolo dalle fattezze orrende che, grazie all’incantesimo della fata Rosabelverde, riuscirà a farsi apprezzare e osannare da tutti gli abitanti del piccolo principato illuminista di Pafnuzio, finché non interverrà Baldassarre, innamorato di Candida, promessa sposa di Zaccheo. Inoltre, nelle maglie del testo emerge, sotterranea, la storica diatriba tra Illuminismo e Romanticismo. Infine, nelle Singolari pene d’un direttore di teatro, l’autore affronta, in maniera più o meno diretta, le problematiche che possono insorgere dietro le quinte. Il mondo fantastico di Hoffmann non è mai pura evasione fine a se stessa: le sue sono fantasie sempre straordinariamente intrise di vita.