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Il vecchio e il fiume (eBook, PDF) - Bertani, Danilo
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Come i figli, anche i libri possono venire al mondo nelle circostanze meno accoglienti, ma una volta affacciati alla vita sono uguali a tutti gli altri. Questo racconto nasce in un’aula di tribunale, nel giorno in cui il suo autore, dopo una vita di duro e onesto lavoro, viene processato per bancarotta fraudolenta. In bilico tra disperazione e follia, sorretto solo dall’amore della famiglia, Danilo Bertani attraversa un corridoio buio che sembra non finire mai. Nelle notti insonni lo perseguitano le parole del suo avvocato: “lasci parlare me, lei non ha il controllo della parola”. È così che…mehr

Produktbeschreibung
Come i figli, anche i libri possono venire al mondo nelle circostanze meno accoglienti, ma una volta affacciati alla vita sono uguali a tutti gli altri. Questo racconto nasce in un’aula di tribunale, nel giorno in cui il suo autore, dopo una vita di duro e onesto lavoro, viene processato per bancarotta fraudolenta. In bilico tra disperazione e follia, sorretto solo dall’amore della famiglia, Danilo Bertani attraversa un corridoio buio che sembra non finire mai. Nelle notti insonni lo perseguitano le parole del suo avvocato: “lasci parlare me, lei non ha il controllo della parola”. È così che Danilo comincia a farsi delle domande su se stesso e decide di tornare a scuola: lì – sopra i banchi che da bambino gli avevano procurato solo umiliazioni – incontra le parole di don Lorenzo Milani. Si apre una nuova stagione, di alfabetizzazione e di riscatto. Prendono voce pensieri prima chiusi nel cuore, i ricordi si fanno strada con affetto dirompente, senza nostalgia. Con l’entusiasmo della parola ritrovata Danilo percorre a ritroso gli scenari dell’infanzia e della giovinezza, vedendoli come per la prima volta: il quartiere operaio dove è nato e cresciuto, l’impalpabile linea di demarcazione che lo separava dal quartiere della “gente che consideravo ricca”, le straordinarie vie d’acqua che, nella Modena degli anni Cinquanta, nutrivano i sogni e la pancia dei modenesi. Canali, fossi, fiumi, popolati da piante e pesci oggi quasi del tutto scomparsi dalle tavole e dall’immaginario collettivo. Il vecchio e il fiume è la storia di una lotta per la sopravvivenza: del vecchio, che combatte ancora contro i fantasmi dell’ingiustizia subita, e del fiume, minacciato dai veleni che rischiano di farlo scomparire per sempre. Insieme, cercano la via del perdono e provano a costruire un futuro sostenibile. Desideravo tanto avere un moderno giradischi perché avevo scoperto che mi piaceva ascoltare la musica. Di avere questa passione mi accorsi in un maleodorante vicolo, lungo cinquanta dei miei passi di bambino, che percorrevo ogni giorno per andare a scuola dalle suore. Quella piccola strada, che io chiamavo vicolo della musica, era arredata da uno dei tanti vespasiani che abbruttivano in quegli anni la città e nelle calde stagioni alla bruttura si assommava un fetore che, spandendosi nell'aria, si congiungeva al cattivo odore che proveniva dal vicino ricovero per anziani. Ma nelle giornate gelide degli inverni più freddi, era abbellito da ideali figure di ghiaccio plasmate con l'acqua che fuoriusciva da arrugginite tubazioni di ferro. A volte in quel vicolo si udiva un armonioso suono di pianoforte, che accompagnava con dolci melodie un’altrettanto armoniosa voce femminile. Nelle botteghe tutti sapevano che la voce che si sentiva nel vicolo avrebbe debuttato al teatro Comunale vestendo gli abiti di Micaela nella "Carmen” di Bizet. Tutti la chiamavano affettuosamente Mirella ma lei, quando l’ascoltavo, diceva di chiamarsi Lucia, e che tutti la chiamavano Mimì.