Il libro racconta la storia di Giano, il quale un ben giorno, ormai sulla via della vecchiaia, senza avvertire i suoi parenti, decide di recarsi in una casa di riposo. Qui vuole capire e compenetrarsi nei problemi che attengono all’esistenza “recintata” dei vecchi. E sceglie una casa verso il cui direttore – che conosce, senza essere conosciuto – nutre del risentimento, per le sue bravate in campo femminile, ma anche perché una delle donne del direttore è moglie di un residente in affido sociale. Il romanzo è pienamente intessuto degli umori e della nuova dimensione del protagonista, cui gli studi agronomici avevano garantito una normale carriera lavorativa, mentre le successive ricerche filosofiche ne avevano caratterizzato una nuova esistenza (di pensiero e scrittura) molto dissimile, e quindi poco compresa. Nella casa di riposo Giano trova e familiarizza con dei compagni che, insieme a lui, organizzano una manifestazione di protesta impostata secondo i canoni della tragedia greca. Qual è il fine che si propongono? Imbastire una rivolta dei vecchi contro il mondo che li esilia, senz’altro. E, in aggiunta, forse, una rivalsa verso il direttore, che aveva esiliato un uomo dalla sua famiglia.