La verità di Napoli raccontata da Matilde Serao, una delle sue protagoniste più acute: una inchiesta/denuncia ancora attale, dopo oltre cent’anni.
«La lingua è capace, pur senza distaccarsi dall’italiano paludato della scrittura, di una grande forza evocativa. I vicoli si torcono come budella, case altissime e pericolanti escludono la luce, squarci d’ombra, come visioni notturne, si vestono di “una luce scialba e morta”, porzioni meschine di cieli senza sole si specchiano su neri e fetidi ruscelli composti di liscivia e di “saponata lurida, di acqua di maccheroni e di acqua di minestra”. Nei vicoli si agitano, come una corte dei miracoli, poveri che vendono ad altri poveri. Banchi del Lotto, agenzie dei pegni, friggitori, mercanti improvvisati di lardo fradicio, di avanzi. La miseria assume la grandezza corale delle tragedie, diventa bella».
Lidia Ravera
«La lingua è capace, pur senza distaccarsi dall’italiano paludato della scrittura, di una grande forza evocativa. I vicoli si torcono come budella, case altissime e pericolanti escludono la luce, squarci d’ombra, come visioni notturne, si vestono di “una luce scialba e morta”, porzioni meschine di cieli senza sole si specchiano su neri e fetidi ruscelli composti di liscivia e di “saponata lurida, di acqua di maccheroni e di acqua di minestra”. Nei vicoli si agitano, come una corte dei miracoli, poveri che vendono ad altri poveri. Banchi del Lotto, agenzie dei pegni, friggitori, mercanti improvvisati di lardo fradicio, di avanzi. La miseria assume la grandezza corale delle tragedie, diventa bella».
Lidia Ravera