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Letteratura - reportage (124 pagine) - Un volume da sorseggiare senza fretta e, perché no?, da leggere in compagnia, come si faceva una volta, per lasciarsi trasportare in un passato solo cronologicamente lontano e, soprattutto, per cercare di comprendere le contraddizioni di oggi attraverso le cronache di ieri.
Libro molto citato, ma spesso relegato nel cantuccio delle opere bozzettistiche, Il ventre di Napoli è, invece, ricco di suggestioni tutt’altro che scontate. Opera dalla lunga gestazione (1884-1904), è un grido d’amore disperato verso un luogo che non è soltanto una città, con i
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Produktbeschreibung
Letteratura - reportage (124 pagine) - Un volume da sorseggiare senza fretta e, perché no?, da leggere in compagnia, come si faceva una volta, per lasciarsi trasportare in un passato solo cronologicamente lontano e, soprattutto, per cercare di comprendere le contraddizioni di oggi attraverso le cronache di ieri.

Libro molto citato, ma spesso relegato nel cantuccio delle opere bozzettistiche, Il ventre di Napoli è, invece, ricco di suggestioni tutt’altro che scontate. Opera dalla lunga gestazione (1884-1904), è un grido d’amore disperato verso un luogo che non è soltanto una città, con i suoi abitanti, le sue miserie, le sue inevitabili ingiustizie, ma rappresenta un microcosmo in cui l’eterno dialogo tra la vita e la morte si impone nella sua tragica e spietata ineluttabilità. Così, insieme alla pizza, alle superstizioni, al lotto e ai mille colori del golfo partenopeo, si ritrova l’agghiacciante rappresentazione delle stanze sovraffollate in cui uomini, donne, bambini e intere arche di Noè di animali cercano di sopravvivere e, al contempo, imparano a convivere con la morte: “case in cui si cucina in uno stambugio, si mangia nella stanza da letto e si muore nella medesima stanza, dove altri dormono e mangiano”. Napoli da cartolina illustrata? No. Napoli goticamente trasfigurata? Nemmeno. Napoli e basta.

Matilde Serao (Patrasso, 1856 – Napoli, 1927), preso il diploma di maestra, intraprese una carriera impiegatizia prima di approdare felicemente al giornalismo. A Roma conobbe il suo futuro marito (e padre dei suoi quattro figli maschi), Edoardo Scarfoglio, con il quale fondò e condiresse vari periodici e quotidiani, come il «Corriere di Roma», il «Corriere di Napoli» e «Il Mattino». Dopo la separazione dal coniuge (dovuta ai suoi continui tradimenti e a un gravissimo scandalo: un’amante del marito si era tolta la vita sparandosi sul pianerottolo di casa Scarfoglio, abbandonando la figlioletta nata dalla loro unione, poi cresciuta da Serao), fondò e diresse da sola (prima donna in Italia) il quotidiano «Il Giorno» e si ricostruì una vita con Giuseppe Natale, dal quale ebbe la figlia Eleonora, nome che omaggiava l’attrice Duse, grande amica di Serao. Parallelamente all’impegno giornalistico, pubblicò numerose opere narrative (romanzi, racconti, resoconti di viaggio), tra le quali possiamo ricordare Fantasia (1883); Il paese di Cuccagna (1890); L’infedele (1897); Nel paese di Gesù (1898); Ella non rispose (1914); Mors tua… (1926).