Se il Paradiso è uno stato della coscienza, Antonia ritrova il Paradiso dentro se stessa nei giorni del viatico, quel breve intervallo temporale che la prepara alla fine della sua breve esistenza. Alla sua anima, uno spettro di luce impercettibile, liberata provvisoriamente dal corpo malato, è concesso un viaggio a ritroso in un passato ricco di incontri, di ricordi, di emozioni in una Vicenza degli anni Trenta, sospesa tra sogno e realtà. La accompagnano due stravaganti figure celesti: Victor, un maturo e disincantato bohemien e Orfeo, un musicista girovago. Entrambi ricordano, alla lontana, alcuni personaggi di M. Bulgakov ne “Il maestro e Margherita”. Il racconto che segue, nei suoi limiti e nella sua modestia, vuole restituire alcune atmosfere e suggestioni di quel romanzo, in un contesto narrativo diverso.