“Vorrò”: inizia così il diario del soldato Attilio Bertelli, redatto su due libretti durante i tragici eventi della Prima Guerra Mondiale, sul Carso, nel periodo fra il 23 maggio e il 28 agosto 1915.
Nelle sue pagine, in principio piene di baldanza e di ironia, in seguito intrise di dolore e di commozione nel racconto della tragicità della guerra, si rivivono le persone, i luoghi, le emozioni.
Si tratta di un diario destinato ad essere consegnato ai genitori in caso di morte, ma in quel contesto, che con il passare delle pagine si fa sempre più tragico, il “vorrò” apre una grande speranza per il futuro: una speranza di felicità famigliare, una speranza di prosperità per il proprio Paese, una speranza di pace.
Una pace, purtroppo, costruita con le armi e contro un altro popolo.
Una prospettiva fortunatamente molto diversa da quella dell’Europa di oggi, unita e senza frontiere, in una parte di mondo che non considera più la guerra come strumento di conquista e sopraffazione.
Il volume include anche lettere dal fronte scritte nel corso della guerra ed inviate ad amici e famigliari.
Nelle sue pagine, in principio piene di baldanza e di ironia, in seguito intrise di dolore e di commozione nel racconto della tragicità della guerra, si rivivono le persone, i luoghi, le emozioni.
Si tratta di un diario destinato ad essere consegnato ai genitori in caso di morte, ma in quel contesto, che con il passare delle pagine si fa sempre più tragico, il “vorrò” apre una grande speranza per il futuro: una speranza di felicità famigliare, una speranza di prosperità per il proprio Paese, una speranza di pace.
Una pace, purtroppo, costruita con le armi e contro un altro popolo.
Una prospettiva fortunatamente molto diversa da quella dell’Europa di oggi, unita e senza frontiere, in una parte di mondo che non considera più la guerra come strumento di conquista e sopraffazione.
Il volume include anche lettere dal fronte scritte nel corso della guerra ed inviate ad amici e famigliari.