C’è vita a sinistra del Pd? Dopo una serie di dure sconfitte ha ancora senso sentirsi appartenenti a quest’area? Da quali contenuti potrebbe ripartire un soggetto politico che voglia dare una casa a tanti elettori delusi e dispersi? Oltre Grillo e Renzi c’è spazio per visioni politiche alternative? Il berlusconismo è davvero finito? La democrazia diretta è il futuro della nostra attuale democrazia?A queste ed altre domande cerca di rispondere “In alto a sinistra. Una nuova direzione per il cambiamento”, un libro che non ha l'ambizione di ridefinire il concetto teorico di 'sinistra' ma di costruire nuove buone pratiche per questa parte politica, sconfiggendo quello che gli autori definiscono “luogocomunismo” ovvero, con le parole degli stessi, «il rifugiarsi in luoghi comuni confortanti, meccaniche ripetizioni di parole d'ordine che impediscono di "leggere" la realtà e con ciò mutarla».Una trattazione che spazia dal rinnovamento delle idee a quello della classe dirigente di sinistra, troppo spesso omologata – agli occhi degli osservatori – a quella di altri partiti, fino a sfociare in quello che gli autori definiscono “mastellismo dal volto umano”, ovvero la testimonianza puramente verbale di elevati valori ed una prassi di attaccamento alle poltrone non minore di quella dei coniugi di Ceppaloni.