A un certo punto la letteratura impone una scelta, a chi scrive. Quella di esprimere semplicemente i propri sentimenti o di scendere veramente in fondo, nel pozzo oscuro che in ognuno di noi si apre, senza sapere cosa troveremo. L’unico modo per calarsi è non avere convinzioni, dimenticarsi di tutto, essere pronti a sparire. È la sfida che accetta Sara Trevisan in ogni pagina di questo libro. L’onestà della sua scrittura consiste nell’essersi lasciata attraversare, trasfigurare serenamente, dalle parole che sono riuscite a dire la sua vita. In questo modo la letteratura diventa testimonianza di un lavoro che solo in superficie ha a che fare con le parole, ma che sotto, negli abissi più inospitali, riguarda profondamente noi, la nostra vita. Le parole di Incubi di un mostro sono ciò che rimane di quest’esperienza di verità: come fiaccole che nel vento e nella pioggia rimangono accese a illuminare la strada di chi viene.