In questo libro vengono chiariti i concetti di salute, malattia e morte e alcuni aspetti importanti dell'assistenza infermieristica in relazione alla cultura e religione del paziente.
La storia dell’uomo è strettamente associata al fenomeno migratorio; la spinta alla mobilità territoriale va considerata come una caratteristica della nostra specie.
I numeri e i ritmi dell’andamento demografico evidenziano che viviamo in un mondo sempre più interconnesso e multiculturale.
È necessario quindi costruire servizi sanitari orientati al rispetto della persona, secondo i principi dell’umanizzazione, i luoghi di cura e assistenza sono chiamati ad essere anche ambiti di attenzione al dialogo interculturale e di rispetto di differenze religiose; occorre sviluppare sistemi di relazione in grado di abbattere le barriere culturali e accogliere le diversità. Il principio di uguaglianza nei confronti della malattia e dei diritti alla cura e all’assistenza si deve necessariamente integrare con il principio di diversità che impone la sfida di considerare ogni individuo unico e irripetibile, portatore del diritto ad una personalizzazione degli interventi sanitari.
All'interno del processo di cura, l'attenzione all'individualità delle persone dovrebbe essere considerata tra le procedure cliniche/assistenziali, allo scopo di garantire il benessere fisico, psicologico e spirituale dei pazienti. La salute è "uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, e non la semplice assenza dello stato di malattia o d'infermità"; l’individuo, quindi, si afferma come sano quando tutto ciò che fa parte del suo mondo ruota in perfetto equilibrio. E se la salute è una condizione dinamica di equilibrio, fondata sulle capacità del soggetto di interagire con l'ambiente in modo positivo, pur nel continuo modificarsi della realtà circostante, l'assistenza offerta da chi si prende cura può essere determinante nel raggiungimento di tale equilibrio. Per questo nella moderna concezione di salute e malattia, non potevano che trovare ampio spazio le dimensioni etica, spirituale, sociale e relazionale della persona; a queste dimensioni il professionista sanitario può dare costante risposta e da esse può attingere per prendersi cura totalmente dell'individuo.
La storia dell’uomo è strettamente associata al fenomeno migratorio; la spinta alla mobilità territoriale va considerata come una caratteristica della nostra specie.
I numeri e i ritmi dell’andamento demografico evidenziano che viviamo in un mondo sempre più interconnesso e multiculturale.
È necessario quindi costruire servizi sanitari orientati al rispetto della persona, secondo i principi dell’umanizzazione, i luoghi di cura e assistenza sono chiamati ad essere anche ambiti di attenzione al dialogo interculturale e di rispetto di differenze religiose; occorre sviluppare sistemi di relazione in grado di abbattere le barriere culturali e accogliere le diversità. Il principio di uguaglianza nei confronti della malattia e dei diritti alla cura e all’assistenza si deve necessariamente integrare con il principio di diversità che impone la sfida di considerare ogni individuo unico e irripetibile, portatore del diritto ad una personalizzazione degli interventi sanitari.
All'interno del processo di cura, l'attenzione all'individualità delle persone dovrebbe essere considerata tra le procedure cliniche/assistenziali, allo scopo di garantire il benessere fisico, psicologico e spirituale dei pazienti. La salute è "uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, e non la semplice assenza dello stato di malattia o d'infermità"; l’individuo, quindi, si afferma come sano quando tutto ciò che fa parte del suo mondo ruota in perfetto equilibrio. E se la salute è una condizione dinamica di equilibrio, fondata sulle capacità del soggetto di interagire con l'ambiente in modo positivo, pur nel continuo modificarsi della realtà circostante, l'assistenza offerta da chi si prende cura può essere determinante nel raggiungimento di tale equilibrio. Per questo nella moderna concezione di salute e malattia, non potevano che trovare ampio spazio le dimensioni etica, spirituale, sociale e relazionale della persona; a queste dimensioni il professionista sanitario può dare costante risposta e da esse può attingere per prendersi cura totalmente dell'individuo.